2015 novembre Verbali

VERBALE DI MERCOLEDI’ 25 NOVEMBRE 2015

Presentazione di alcune iniziative che si terranno nei prossimi giorni.

Il 26 novembre alle ore 21 alla Biblioteca Ginzburg si parla di Carla Pignata.

Il 27 alle ore 17 in Via Lanfranchi alla Cooperativa Borgo Po e Decoratori “Voci diverse sulla guerra ’15-18” mostra di documenti con la partecipazione del Prof. Stefano Musso, della Prof.ssa Liliana Lanzardo e l’introduzione di Massimo Rossi.

Il Movimento ambientalisti dà appuntamento Domenica 29 alle ore 14 in Piazza Castello. Ritrovo alle 13.30 alla Casa del Quartiere per portare se si è in numero sufficiente lo striscione. Dare conferma della presenza.

Il Cuore verde è diventato il simbolo del quartiere S. Salvario.

Dalle 16 alle 19, sempre di Domenica alla Casa del Quartiere, presentazione delle autrici del libretto: A moda nostra

Il 16 Dicembre alle ore 16.30 esibizione del coro e auguri di Natale.

Il 18 si replica alla Cascina Roccafranca con cena.

Segue una breve discussione per proporre le nuove cariche di Presidente e Vice Presidente.
Fatto salvo che è confermata da tutti l’indispensabilità di Daniela, si propone di affiancarla in modo da essere intercambiabili e pronte ad intervenire in caso di necessità.
Dopo il rifiuto di Silvana e Donatella di accettare la carica di Presidente e Vice, viene proposta come Presidente Anna Pugliese e Piera come Vice. Entrambe accettano.

Per la pagina Facebook delle Donne si forma un gruppo composto da Daniela, Rosanna, Natalina, e per quello di San salvario ha un cuore verde Daniela e Anna Ianniello.

GIANNA espone quindi la situazione di cassa (33 euro), sottolineando che le spese maggiori sono derivate dall’affitto della sala relativo ai mesi Settembre-Dicembre (400 Euro). Il maestro del coro ha versato all’associazione un contributo volontario di 100 euro per l’affitto della sala per le 12 lezioni da lui tenute. Si fa presente che la sala costa 8 euro l’ora e si prevede di spendere altri 300 euro per la fine di maggio.

Si decide che Angela sostituirà Gianna per occuparsi dei conti.

NATALINA fa presente che il sito è molto fiacco e che Facebook è più vivace. Segue una breve discussione in cui si spiega che era stato deciso che qualunque inserimento sul sito doveva avvenire dopo una valutazione del gruppo. Si concorda di inserire la poesia e le foto della mostra che Daniela dice di aver inviato a Flavia.

Il 14 Dicembre, nel caso che Toni fosse ancora ammalata e non possa presentare la sua ricerca, si propone la lettura di alcune favolette.

Si passa quindi a discutere sulla proposta di modifiche al documento sulle Circoscrizioni a suo tempo mandata alla Onofri.

BICE propone di aspettare a preparare un documento sul linguaggio perché la situazione attuale è ancora molto confusa.
A questo proposito SILVANA dice di aver letto il Regolamento per la gestione dello spazio pubblico e che il linguaggio lì adottato è assolutamente chiaro e comprensibile.

Si parla quindi del cosiddetto “compito delle vacanze” .

Luisa legge il suo testo introduttivo su come siamo diventati consumisti dal dopoguerra a oggi.

Si ricorda quindi che mercoledì 2 Dicembre è convocata l’Assemblea ordinaria e che chi non potrà partecipare può delegare un’altra socia.

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VERBALE DI MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE 2015

Daniela accoglie in sala, a nome di tutto il gruppo, due signore Siriane. La madre è andata a prendere la figlia e la nipotina, provenienti da Damasco, a Istambul. Finalmente tutta la famiglia è qui riunita a Torino.

Accogliamo LAURA ONOFRI che viene a illustrare l’iter del progetto sul decentramento.

LUISA sottolinea come il linguaggio ufficiale della delibera sia oscuro e come questo allontani i cittadini, che d’altro canto trovano anche difficoltà a pesare quando partecipano ai livelli istituzionali più vicini al territorio

LAURA ONOFRI: illustra le molte difficoltà a affrontare il tema del decentramento. Molte e diverse sono le idee su cosa debba essere già fra le diverse forze che siedono in commissione (esempio il numero stesso delle circoscrizioni, i confini) e la strada per arrivare in aula è stata lunga e complicata.
La commissione ha dovuto ascoltare le parti coinvolte, sentire la parte amministrativa e proporre una riforma con una visione politica.
Ora in aula si deve affrontare un ostruzionismo molto deciso (è stato utilizzato dalla Lega il solito algoritmo con ottantamila emendamenti). Mentre PD, SEL e Cinque stelle sono a favore.
L’iter è stato lungo, liberata la proposta a gennaio 2015 è passata in tutte le Circoscrizioni che hanno chiesto una proroga sui tempi di risposta fino ad arrivare a Settembre. Le Circoscrizioni hanno chiesto modifiche al testo. Soprattutto sul numero di Circoscrizioni che nella proposta, frutto già di mediazione in commissione, devono essere sette. ONOFRI pensava che dovessero essere cinque. Le Circoscrizioni sono contrarie a diminuire i rappresentanti perché questo fa alzare la soglia a scapito della rappresentanza stessa.
Questa proposta di riforma delle Circoscrizioni si lega al progetto di Città Metropolitana che dovrebbe lasciare i Servizi alla persona in capo alla città mentre il resto dovrebbe essere delegato ai Comuni accorpati in municipalità (ora più di trecento comuni hanno meno di 1000 abitanti).
La Riforma necessita secondo ONOFRI di alcuni punti salienti:

  • Deve avere delle deleghe reali e risorse. Altrimenti tanto vale eliminarle.
  • Bisogna che i partiti capiscano che adesso per le Circoscrizioni devono scegliere dei nomi “pesanti” perché le Circoscrizioni andranno a “pesare”.
  • Il personale amministrativo va scelto al rialzo su base volontaria e con parità di genere.
  • L’ufficio multifunzionale sarà più vicino ai cittadini (non solo con uffici per le tasse e anagrafe) e avrà la funzione di collettore per soggetti, anche privati, oltre a scuole e simili che intendono collaborare con le amministrazioni su progetti specifici.

SILVANA: Il problema del linguaggio non è un problema accessorio non bisogna permettere che i burocrati si rifugino nei tecnicismi per allontanare i cittadini e il loro controllo. E’ un problema molto rilevante di democrazia e porre il problema del linguaggio è rivoluzionario.

ONOFRI: c’è molta resistenza da parte del personale.

SILVANA: questo è un nodo. Per la partecipazione alla fine c’è solo l’assemblea.

ONOFRI: c’è anche il Bilancio partecipativo già sperimentato. L’opinione dei cittadini deve valere e spostare risorse. Alla Settima Circoscrizione (su cui insiste l’Università) hanno scelto quale progetto portare avanti.

ANNA: secondo me il progetto di riforma svuota ancora competenze e deleghe. Non vedo cambiamenti di sostanza, anzi c’è un riaccentramento dei servizi sociali. E poi perché un bravo politico dovrebbe venire in Circoscrizione?

ONOFRI: le Circoscrizioni avranno molti poteri.

ANNA: che cosa sarà questo collettore. Non abbiamo bisogno di coordinamento.

BICE: l’eletto come rende conto ai suoi elettori?

LUISA: quello che è importante è come si scelgono i politici e gli amministrativi.

ONOFRI: domani ci sarà la terza votazione.

PIERA: ma con che numero di Circoscrizioni passerà?

ONOFRI: passerà senza numero e confini che passeranno poi nel regolamento. Sarà una buona riforma se ci saranno le condizioni che ho detto sopra. Il Coordinatore indicherà i punti critici ora ad esempio si è visto che l’efficienza dei servizi socio-assistenziali è a macchia di leopardo. Magari con più personale dove ce n’è meno bisogno.

ROSSANA: si immaginano risparmi sul personale? Ora le circoscrizioni non funzionano, quali sono i correttivi? E quali e quanti poteri avrà questo Coordinatore?

ONOFRI: ovviamente sul personale politico non possiamo dare garanzie compete ai cittadini. Ma abbiamo rivolto richieste pressanti sulla qualità al Sindaco e ai Segretari dei partiti.

ANTONIETTA: qui avevamo un ottimo assessore alla cultura che è stato sostituito male.

CICCI: fa notare che in Corso Vittorio ci sono lavori che interrompono il marciapiede, davanti a palazzo Gualino, che durano da moltissimi mesi.

ONOFRI: ricorda che si tratta di un fallimento che ha bloccato i lavori.

DANIELA saluta le partecipanti e l’assemblea si scioglie.

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VERBALE DELL’11 NOVEMBRE 2015 

In apertura di incontro vengono presentate le prossime attività: Anna Borgna informa che è in programma una riunione degli artisti di San Salvario per studiare un progetto di iniziative comuni.

Adriana A. ci illustra le attività della Lombroso circa il programma della settimana sulla violenza alle donne.

Ada ci legge uno scritto su Nuccia Ferraris.

Alla presenza di Nuccia Ferraris del CIDI, di Giovanna Garrone del Coordinamento genitori e di Federica Patti del Coordinamento genitori ed insegnante, si parlerà della legge 104, la “Buona Scuola”.

Maria Antonietta Macciocu coordina l’incontro e pone delle questioni a Nuccia Ferraris: la prima domanda è se la legge 107 rispetti due importanti punti della Costituzione che riguardano l’inclusione di tutti gli studenti e la libertà di insegnamento, vista l’introduzione della figura del preside-manager, dotato di un controllo così forte sugli insegnanti e sulla loro valutazione.

La risposta di Nuccia: Il più grave limite alla libertà di insegnamento è dovuto alla scarsità di risorse che non consente più l’attuazione di progetti che non siano basati sulla lezione frontale.
Il problema della valutazione è ancora aperto e c’è attesa per eventuali cambiamenti.

Maria Antonietta chiede chiarimenti sull’organico aggiuntivo e se esso sia assimilabile all’organico funzionale.

Nuccia risponde che nel passato l’organico funzionale era uno strumento da utilizzare in progetti specifici su cui i docenti avevano le necessarie competenze.
L’organico aggiuntivo è solo un modo per sistemare gli insegnanti rimasti fuori dalla assegnazione delle cattedre che quindi non necessariamente rispondono alle esigenze delle scuole.
Per quanto riguarda l’inclusività della scuola la legge 104 prevede una delega non orientata sugli alunni delle fasce in difficoltà, ma solo per allievi disabili, con l’utilizzo di insegnanti di sostegno specializzati per le varie disfunzioni: un ruolo quindi piuttosto medicalizzato e non molto funzionale per includere nelle classi i ragazzi con disabilità.

Maria Antonietta pone la questione delle disuguaglianze tra le varie scuole che possono derivare dalle sovvenzioni dei privati previste dalla legge.

Nuccia risponde che sui finanziamenti è cambiata la legge: è previsto un finanziamento scarsissimo alle scuole e una cifra di €500 agli insegnanti per la loro formazione, da usare secondo le loro scelte individuali e non in base a progetti del Collegio Docenti. Facile quindi immaginare le distorsioni possibili e la scarsa funzionalità rispetto a progetti comuni della scuola.

Maria Antonietta chiede alle due rappresentanti del Coordinamento genitori una loro valutazione della riforma.

Giovanna Garrone osserva che la riforma ha una evidente vernice mediatica molto superiore al ruolo reale.
La scuola dovrebbe colmare le disuguaglianze, ma una riforma che non mette risorse e richiede il finanziamento dei privati accentua le disuguaglianze fra le scuole.
Sono previste inoltre nella legge alcune possibilità, in realtà solo apparenti ed illusorie.
1) L’idea della libertà di scelta in base all’identità delle scuole, libertà di fatto non consentita se nelle scuole scelte non ci sono più posti a disposizione.
2) Sulle famiglie ricadono delle pesanti responsabilità per le difficoltà di scelta forse eccessive.
3) L’aspetto illusorio della normativa sulla valutazione, molto apprezzata dal pubblico, ma che inganna sulla possibilità di liberarsi di insegnanti inadeguati: questa possibilità in realtà non è prevista dalla normativa. La legge inoltre non offre strumenti che consentano di migliorare le situazioni critiche.
4) La legge è ancora fondata sulla pedagogia della competizione, sulla concorrenza tra scuole e tra insegnanti per i premi da assegnare ai docenti considerati più meritevoli, il che elimina il lavoro collegiale.

Federica Patti osserva che un’altra criticità deriva dal comitato di valutazione che per la sua stessa conformazione (si pensi alla presenza di soggetti esterni alla scuola) non ha le competenze per valutare e per individuare i criteri da applicare sulla validità dei progetti degli insegnanti. Si creerà sicuramente una frammentazione e una mancanza di idee coerenti sulla qualità della scuola.
Inoltre nella legge ci sono ancora troppe deleghe in bianco che il governo deve ancora definire

Si apre quindi la discussione:

Donatella osserva che una grande criticità della scuola é che da vent’anni non consente più l’ascesa sociale e la legge sembra peggiorare la situazione.

Maria Antonietta osserva che ormai è sempre più difficile avere esenzione dalle tasse scolastiche o presalario: la corruzione succhia tutte le risorse del nostro Stato.

Marisa Dodero sostiene che sarebbe interessante una valutazione delle diverse fasce scolastiche e inoltre sarebbe utile un confronto con le altre scuole europee.

Federica Patti risponde che in effetti molti modelli stranieri sono più classisti: le cosiddette “competenze di Lisbona”* su cui si sono basate le competenze chiave sono molto standardizzanti.
Inoltre il malfunzionamento delle scuole darà grandi benefici alla scuola privata.

Luisa afferma che molte difficoltà vengono da due problemi: la dicotomia fra insegnanti sindacalizzati ed insegnanti educatori e dalla limitata partecipazione delle famiglie dovuta alla difficoltà di cogliere la complessità dei problemi.

La risposta di F. Patti: per fare ricerche sui funzionamenti della scuola occorrono risorse e l’individuazione di figure che ne abbiano la capacità: questo non è più compatibile con le risorse attuali.

Cicci osserva che la scuola francese prevede molte più ore di insegnamento.

Federica P. risponde che è però una scuola molto classista e che i risultati sono legati agli istituti scelti e vincolano il futuro dello studente. A tal proposito giudica negativamente l’introduzione di un curriculum per cui, in base alla legge 104, la storia scolastica di un allievo dovrebbe seguirlo per tutto il suo percorso scolastico: una fase critica della sua vita potrebbe danneggiare il suo futuro.

Daniela: questa riforma ha suscitato subito molti opposizioni, ma ora non se ne sente più parlare.

Giovanna G.: uno sciopero ha funzionato, ma c’è una carenza di soggetti politici per organizzare la protesta.

* Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente [Gazzetta ufficiale L 394 del 30.12.2006, pag. 10].

Otto competenze chiave
Il quadro di riferimento delinea otto competenze chiave e descrive le conoscenze, le abilità e le attitudini essenziali ad esse collegate. Queste competenze chiave sono:

  • la comunicazione nella madrelingua, che è la capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta (comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) e di interagire adeguatamente e in modo creativo sul piano linguistico in un’intera gamma di contesti culturali e sociali;
  • la comunicazione in lingue straniere che, oltre alle principali abilità richieste per la comunicazione nella madrelingua, richiede anche abilità quali la mediazione e la comprensione interculturale. Il livello di padronanza dipende da numerosi fattori e dalla capacità di ascoltare, parlare, leggere e scrivere;
  • la competenza matematica e le competenze di base in campo scientifico e tecnologico. La competenza matematica è l’abilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane, ponendo l’accento sugli aspetti del processo, dell’attività e della conoscenza. Le competenze di base in campo scientifico e tecnologico riguardano la padronanza, l’uso e l’applicazione di conoscenze e metodologie che spiegano il mondo naturale. Tali competenze comportano la comprensione dei cambiamenti determinati dall’attività umana e la consapevolezza della responsabilità di ciascun cittadino;
  • la competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) e richiede quindi abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC);
  • imparare ad imparare è collegata all’apprendimento, all’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento sia a livello individuale che in gruppo, a seconda delle proprie necessità, e alla consapevolezza relativa a metodi e opportunità;
  • le competenze sociali e civiche. Per competenze sociali si intendono competenze personali, interpersonali e interculturali e tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa. La competenza sociale è collegata al benessere personale e sociale. È essenziale comprendere i codici di comportamento e le maniere nei diversi ambienti in cui le persone agiscono. La competenza civica e in particolare la conoscenza di concetti e strutture sociopolitici (democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti civili) dota le persone degli strumenti per impegnarsi a una partecipazione attiva e democratica;
  • senso di iniziativa e di imprenditorialità significa saper tradurre le idee in azione. In ciò rientrano la creatività, l’innovazione e l’assunzione di rischi, come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. L’individuo è consapevole del contesto in cui lavora ed è in grado di cogliere le opportunità che gli si offrono. È il punto di partenza per acquisire le abilità e le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno coloro che avviano o contribuiscono ad un’attività sociale o commerciale. Essa dovrebbe includere la consapevolezza dei valori etici e promuovere il buon governo;
  • consapevolezza ed espressione culturali, che implicano la consapevolezza dell’importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni attraverso un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive.

http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/ALL/?uri=URISERV:c11090

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VERBALE 4 NOVEMBRE 2015

ADA – 3 poesie: E questa luce…, Rami neri contro un muro bianco…, Silenzio qui agli imbianchini…

DANIELA – E’ il giorno della “restituzione” in assemblea delle attività svolte all’esterno.

DONATA – con CARLA T. segue le attività di “Libera”. Nell’ultima riunione si è lanciata la campagna “Miseria ladra “. Il   17 ottobre si è celebrata la giornata mondiale contro la povertà, con una grande manifestazione. Gli incontri di “libera” (il prossimo il 9 novembre) hanno come scopo il coordinamento tra i presìdi piemontesi e nazionali per concretizzare il progetto di lotta alla povertà.

ADRIANA – chiede quali sono le iniziative concrete e ricorda alcune buone pratiche di Bologna dove si sono aperti speciali negozi per chi ha basso reddito, dove si possono scambiare prodotti con attività, tempo o altri prodotti

DONATA E CARLA – Esempi di attività concrete: Attenzione da parte di un ufficio legale ai progetti di legge in materia di supporto alle categorie dei più bisognosi. Richieste del reddito di cittadinanza. Assistenza all’esecuzione degli sfratti. Organizzazione di mense. Ricerca di un tetto per i senzacasa. “Sfida sociale pro capite “ (incremento della spesa sociale pro capite a favore di ogni cittadino ) e molto altro.
Si richiede partecipazione da parte della nostra associazione.

ADRIANA R. – fa parte del comitato esecutivo della Consulta Comunale Femminile Torino in rappresentanza della nostra associazione Dopo le ultime elezioni (presidente Adriana Stramignoni )
il clima è cambiato. Si lavora su tre temi : 1) Adozioni . 2) Violenza domestica. 3) Testamento biologico. Adriana sarà relatrice in Sala Rossa il 25 novembre sul tema della violenza domestica: si è cercata la collaborazione degli insegnanti di ragazzi 6-15 anni e si è valutato l’eventuale legame tra violenza e danni alla memoria. Esiste uno sportello per la violenza. (Dott.Schinco. Ass.Demetra )

BRUNA, DANIELA, SILVANA – Hanno fatto una ricerca sul tema proposto dalla Casa del Quartiere “Il lavoro delle donne durante la crisi”, con 19 interviste a donne che esercitano attività nella Casa del Quartiere.
Sono presenti Loraine, Gabriella e Marina, alle quali Silvana ripropone alcune domande.

LORAINE – Era un’ impiegata insoddisfatta sull’orlo del licenziamento. Ora fa 3 lavori: Esercizio di un negozio-bistrot, insegnamento del francese, traduzione, cucina. La rete della casa è particolare e potente. L’attività è continuativa, ma non dà reddito sufficiente per vivere. Tuttavia è soddisfatta perché ha la sensazione di vivere la realtà sociale. Nell’insegnamento del francese, cura la conversazione piuttosto che la grammatica e cerca la simpatia del “fruitore”nei confronti della lingua.

GABRIELLA – Era insegnante elementare e si è licenziata. Si è sempre occupata di teatro come attrice, autrice di testi, regista e prima di lavorare presso la C. del Q. ha fatto esperienza nel teatro di Settimo poi in teatro al femminile in “Alma teatro“ con donne di nazionalità diversa, poi in S. Salvario con laboratori teatrali per bambini e genitori. I laboratori sono entrati subito nella casa del quartiere e continuano. Punti fermi: le donne e S. Salvario.

Il prossimo lavoro “Una donna sul mio cammino” sarà presentato alla Biblioteca Ginzburg il 26 novembre, 4 donne presentano 4 donne con una storia significativa, una delle quali è la nostra Carla P
La C.del Q. è accogliente, il lavoro dà reddito ed è gratificante perché è rivolto a persone che possono accedere all’attività teatrale con costi contenuti.

(ANNA P. racconta la nascita dello Stabile di Torino, partita da una scuola privata di dizione e teatro a cura di Bonazzi e Cortese. )

MARINA – Architetto, scuola di specializzazione, soggiorno in Irlanda, lavoro di progettazione in Italia. Ha cominciato collaborare con l’Agenzia dello sviluppo come architetto per un progetto di rigenerazione urbana e ora gestisce la Caffetteria. Al bancone approdano persone varie, con richieste di ogni tipo (filtro con “opportunanda “) da cui derivano spunti per progetti innovativi.
A domanda “perché non fa l’architetto ?” risponde che l’architetto progettista è lontano dalle persone e spesso non è contento di quello che fa. A lei piace invece fare qualcosa, magari aiutando e inventando in cucina, che serva agli altri.

GABRIELLA – Forse si può parlare di architettura sociale come di teatro sociale. E’ certo che il teatro professionale è comunque appassionante, ma lavorare con Alma teatro, con le donne della resistenza, è stato più gratificante, perché si tratta di esperienze condivise e sempre di lavoro di gruppo.

SILVANA APPIANO – Le donne sono creative al di là del loro ruolo professionale e sono sempre capaci di reinventarsi. Per es. Boiana, una donna serba, ingegnere, coordinatrice delle donne di Breza, ad un certo punto della sua vita, si è messa a fare il formaggio.

BRUNA – Conclusioni: con la ricerca “il lavoro delle donne durante la crisi “ ci si aspettava di incontrare donne giovani che, perso il lavoro in epoca di crisi, avevano trovato e inventato un lavoro nella C. del Q. In realtà la risposta non è stata   questa. Si è trattato non solo e non tanto della ricerca di un impiego nel mercato del lavoro, ma della ricerca e dell’invenzione di un lavoro che prevedesse scambi con gli altri. Inoltre queste attività delle donne, sono state e sono prevalentemente rivolte a donne.

Torino,4 nov 2015. ore 19