DI CASA IN CASA – 2015/2016

IL LAVORO DELLE DONNE DURANTE LA CRISI
RICERCA EFFETTUATA PRESSO LA CQ8

Questa ricerca è volta a rispondere ad alcune domande:

  • in un momento di crisi economica, le donne sono pronte ad approfittare di ogni nuovo spazio, non solo in senso fisico, per ri-proporsi nel campo lavorativo?
  • in un momento di crisi economica, le donne pongono in atto una loro specifica creatività? Come si riinventano?
  • la Casa del Quartiere, con la sua politica di affitto degli spazi a prezzi contenuti, con la proposta di servizi nei campi più diversi (cultura, informatica, servizi sociali ecc), e i quotidiani eventi musicali e culturali, che vedono una fitta frequentazione di giovani e non solo, offre particolari opportunità di lavoro per le donne?

Abbiamo scelto tutte le attività / associazioni gestite da donne presenti a gennaio 2015 nella CQ8; abbiamo contattato le titolari e abbiamo posto loro le nostre domande.
Per dimensione (diciannove le intervistate) e tipo di domande (domande aperte) la nostra è una ricerca di tipo qualitativo e non quantitativo, che ci ha fatto capire meglio la realtà delle donne che operano nella Casa del quartiere e ha avuto anche il merito di creare tra di noi, presenti nella Casa, nuovi rapporti

Le donne intervistate nella CQ8 sono dunque diciannove, e di queste otto appartengono ad associazioni, mentre le altre svolgono di fatto un’attività professionale. Questa diversa collocazione non ci è parsa avere implicazioni sul tipo di attività: è una scelta personale, di comodità..
Delle donne che svolgono attività professionale, quasi tutte le intervistate sono titolari della stessa; per le associazioni cinque sono titolari.

 

FASCIA DI ETÀ

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Non vi è nessuna donna, tra le intervistate, sotto i 29 anni, e il gruppo  più numeroso, come ben si vede nell’istogramma, è quello tra I 40 e I 49 anni .

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In termini assoluti, le diplomate   sono quattro, le laureate quattordici.
Tra le laureate, una ha due lauree, una ha un dottorato e due hanno un Master.

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Tra le intervistate, quattro sono laureate in psicologia e affini, cinque in comunicazione e spettacolo (DAMS, Storia del cinema).
L’unica donna con una laurea scientifica (geologia) svolge un’attività non connessa al titolo di studio: insegna l’arabo.

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Tutte le intervistate meno una risiedono a Torino. Tra le residenti a Torino, otto abitano in San Salvario


SITUAZIONE FAMILIARE E SUA INCIDENZA

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Tra le intervistate, dodici sono sposate o vivono con un compagno, e tra queste nove hanno figli; sei sono single .
Tra le sposate con figli quattro (pari a circa 1/2) hanno raccontato di cambiamenti professionali (riduzione dell’orario lavorativo, minori possibilità di spostamento ) avvenuti a seguito della maternità. 


CARATTERISTICHE DELLA STORIA LAVORATIVA

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Per dieci delle intervistate l’attività è strettamente collegata alla qualifica di studio, mentre per altre otto non lo è.

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Dieci svolgono l’attività anche in altre sedi, sette solo nella casa del quartiere.

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Per undici è l’attività, intesa come specifica professionalità, principale, per sette no: alcune (due) fanno l ‘attività per hobby e non ha alcun riferimento con il lavoro che fanno all’esterno, per altre ancora (tre) è un rimettersi in gioco, per la crisi ma non solo (nuova situazione di vita) .

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Quasi tutte le intervistate nella loro attività si sentono creative e pensano di collaborare ad aumentare il benessere di chi partecipa alla loro attività.

 

PERCHÈ LA CASA DEL QUARTIERE?

La scelta della casa del quartiere per alcune è legata alla presenza di spazi che permettono di esercitare l’attività a basso prezzo.
Per altre invece la scelta è dovuta alla condivisione della politica sociale della CQ, e pechè la CQ è un luogo di aggregazione e facilità i contatti anche con gente che mediamente non sarebbe interessata all’attività.

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L’attività è stata proposta perchè corrisponde a interessi e competenze (sette) e per fornire un servizio valutato utile che manca sul territorio (sei)
Per alcune si tratta invece di rispondere a una precisa richiesta (due)

 

QUALI SONO GLI ELEMENTI DI NOVITÀ (RISPETTO ALL’ATTIVITÀ PROFESSIONALE SPECIFICA)

Un dato innovativo per quasi tutte è lavorare in un luogo che ha caratteristiche diverse rispetto allo spazio usuale utilizzato (palestra, studio ecc) e poter decentrare l’attività avvicinandola ai fruitori.
Anche lavorare solo con le donne e su temi ad esse collegati è un aspetto specifico che emerge nelle interviste.
Per qualcuna è importante usare un metodo interattivo.

ATTIVITÀ CONTINUATIVA O SPORADICA

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Per tutte le intervistate l’attività è continuativa, nel senso che viene svolta per tutto l’anno (o, quando si tratta di un corso, per la durata dello stesso)
Viene svolta però per la maggioranza solo una volta alla settimana   (undici) o due volte alla settimana   (sette)
Soltanto chi si occupa di ristorazione è occupata tutti I giorni

SODDISFAZIONE DEL RAPPORTO CON LA CASA DEL QUARTIERE 

Il rapporto con la Casa del Quartiere da praticamente tutte le intervistate è ritenuto soddisfacente. Infatti solo per una è “ abbastanza soddisfacente”: vorrebbe tenere la sua attività a prezzi più bassi, ma questo non le è possible per l’affitto che paga.

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Solo due tra le intervistate non ricavano alcun reddito, anche se visto il limitato numero di ore che tutte impegnano nell’attività nella Casa anche per le altre non è certamente un reddito sufficiente per vivere. Per chi invece vi lavora a tempo quasi pieno (due) è l‘unica fonte di reddito.

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I fruitori delle diverse attività innanzi tutto migliorano il benessere psicofisico (in otto attività), poi acquisiscono anche nuove competenze (in sei casi). In due casi vi é stata anche una percezione di reddito diretto attraverso le nuove competenze acquisite.

 

CARATTERISTICHE DEI FRUITORI

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La maggior parte dei frequentatori delle attività sono donne: infatti sei attività sono frequentate solo da donne e altre cinque da una maggioranza di donne.

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Cinque attività sono dedicate solo ai bambini, mentre le altre sono dedicate agli adulti.
Alcune attività, per la loro specificità, si rivolgono ad adulti di una fascia precisa di età (25/40, 30/40, 30/35, intorno ai 40) o agli adolescenti.

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I corsi sono trasversali, e non richiedono competenze specifiche, anche se in alcuni prevalgono i laureati e i diplomati.

Schermata 2015-11-24 alle 09.10.39Solo per una attività, la maggioranza dei fruitori non risiede in San Salvario, e in quattro casi addirittura risiedono tutti in San Salvario

 

CONCLUSIONI

Quando diciamo che le prime sorprese dai risultati dell’indagine siamo state noi, che pure siamo assidue frequentatrici della Casa del Quartiere, intendiamo questo.
Ci aspettavamo, visto, da un lato il momento di crisi economica, che colpisce soprattutto le donne, spesso ridotte anche alla soglia di povertà, e dall’altro il continuo susseguirsi, tutto il giorno per tutta la settimana, di attività nella Casa del Quartiere, di trovare donne giovani, visto la disoccupazione giovanile, con attività non consuete e comunque scelte a seguito della perdità del posto di lavoro, tenendo in gran conto la remunerazione.
In realtà non è così.
Innanzi tutto le donne intervistate conducono un’attività presso la Casa del Quartiere che quasi sempre (18/19) fiancheggia un’attività svolta in altre sedi; talvolta le attività sono molto simili, perchè collegate al loro titolo di studio e alla loro professionalità e, in questo caso, si tratta di una semplice estensione in un ambiente vario e stimolante, che permette loro di incontrare potenziali fruitori ai quali non arriverebbero altrimenti, ai quali riescono anche ad applicare tariffe più basse rispetto al mercato.
Esempio di questo sono le attività degli sportelli gestiti da psicologhe.
Quindi un’attività per alcuni versi promozionale, per altri sociale.
Alcune conducono attività non strettamente connesse al loro titolo di studio ma che le gratificano di più, non tanto o non solo dal punto di vista economico, ma dal punto di vista della creatività e soprattutto della possibilità di relazioni.
Solo una tra le intervistate ha perso negli ultimi anni il posto di lavoro, per altro in un ambito diverso e meno gratificante, e quindi ha iniziato qui un’attività ex novo.
Quindi forse possiamo dire che le attività qui svolte dalle donne più che una diversa risposta al mercato del lavoro sono la testimonianza di un altro modo di rapportarsi da parte delle donne al lavoro stesso, privilegiando il proprio benessere psicofisico, i propri interessi e anche la possibilità di offrire un’attività socialmente utile a costi contenuti.
L’altra cosa che ci ha colpito è scoprire che la maggioranza dei fruitori delle attività sono in realtà delle fruitrici: vi sono attività che si rivolgono solo a donne (ad esempio quelle rivolte alle partorienti o il teatro di Alma Teatro), ma anche nelle altre attività la maggioranza è costituita da donne.
Quindi, le attività svolte dalle donne nella la Casa del Quartiere rispondono soprattutto al desiderio di imparare e socializzare delle donne.
Da parte nostra vi è stata la piacevole sorpresa di conoscere e scoprire la grande varietà di esperienze alle spalle di queste donne, sentire la forte voglia di comunicarla e vedere comunque confermato un grande potenziale di creatività e forza all’interno di queste esperienze.

 

Elenco intervistate

  1. Gabriella Bordin, ALMA TEATRO
  2. Sara Conforti, ANTICA SARTORIA ERRANTE
  3. Fatima Rachid, BAB SAHARA
  4. Alessandra Brizzi, CORO VOCAL EXCESS
  5. Francesca Rosso, CORSO DI DANZA BOLLIWOOD
  6. Lauren Moreau, CORSO DI FRANCESE
  7. Dora Filippone, GUITARE ACTUELLE
  8. Daniela Iappica, HATHA YOGA
  9. Silvia Torresin, MOSAICO
  10. Elena Paganini, PILATES
  11. Simona Allegri, PSICOMOTRICITÀ EDUCATIVA
  12. Claudia Picardi, SOPHIA’S CALLING
  13. Cristina Roccato, SPAZIO DI AIUTO PSICOLOGICO PER GENITORI CON BAMBINI 0-3 ANNI
  14. Elisa Lupano, SPORTELLO ASCOLTO GENITORI-FIGLI
  15. Marina Pelfini, TAVOLA DI BABELE
  16. Giulia Bavelloni, TEATRI A MOLLO
  17. Enrica Brizzi, TEATRO DELLA TERRA
  18. Chiara Pelissier, THE BOOGIE WANDERERS
  19. Paola Lussoglio, TRIBÙ DELLE NEOMAMME