Poesie di Ada 2011

Capo Noli, 4 maggio 2011

Questo zaffiro di mare mi sposa la mente con gli occhi

e pare sangue blu fresco che mi

scende al cuore e naufrago è lui

è lui dentro di me.

Ah se fosse di mare il mio mantello

il mio cappello il mio stivale

versi celesti direi

che salirebbero al cielo

con caratteri blu magari

trainati da un aereo un poco più su.

Potrei scrivere in un momento qui

ciò che le stelle dicono

in una notte senza vento.

Potrei scrivere ancora qui i versi tuoi

di allora perché li so

ma non li scrivo ora

 

9 aprile 2011

 

Mancò quel bacio

che ci avrebbe resi adulti

forti e calmi.

Mancò quell’orma sulla sabbia

su cui posare la mia.

Mancò quel quarto

di luna che ci avrebbe resi

migliori.

Mancò quel parapetto tiepido di sole

che nel sogno ci avrebbe

lasciato guardare il cielo.

Mancammo entrambi uno

all’altra lasciandoci

sgomenti nel silenzio

della vita.

 

 

9 aprile 2011

Già i fiori

sbocciano

sui verdi ippocastani

e ormai il verde è un colore trasversale

dalle piazze ai corsi

dalla collina alle aiuole.

Sornione aprile che con folate di vento

si nasconde in una siepe

di bosso in due vecchie

locomotive esposte e colorate

come volesse scoperchiare

le prigioni vicine e tutte quelle del mondo.

È una brezza che in un attimo

ti scompiglia i capelli

e ti fa alzare il viso al cielo.

E l’aria nuova s’insinua nel respiro

rende agile il passo

e ispira nuove rime ai poeti.

 

17 febbraio 2011

 

Fasci di luce rossa

e verde sciabolano

nella notte nera

come se a terra

fosse polvere da sparo

e sopra la nostra bandiera.

Se non esiste un dio

da abbracciare la sera

resto con le dita grigie

a disegnare la mia vita vera.

Ma amo Matisse e

i suoi rossi colori

i suoi trepidi gialli

che colorano donne

che colorano fiori.

 

Domenica 13 febbraio 2011

Torino città

della mia gioventù

camminavo a passo svelto

per le piazze ed i viali

con i primi collant e

le gonne più su.

Camminavo e sapevo

che mi aspettavi laggiù

tra quel ponte e la chiesa

per vederci io e te ;

ed il sole al tramonto

incendiava le vie le case

e i caffè.

Sentimenti leggeri

mi agitavano il cuore

non sapevo cos’era ma forse era amore.

Voglio solo che tu

ricordi che ti chiamavo

ma mi tremava la voce

mi tremava la voce.

 

Sabato 28 maggio 2011

Portami ti prego

nella grotta dove

tu sai che le gocce

dell’ultimo sole

riflettono luccichii d’onde.

Portami dove mi potrai

sdraiare su un pietrisco

levigato e umido

e mi potrai baciare

con labbra di acqua e sale.

E lì staremo finché vorremo

finché potremo finché

potrò vedere i tuoi riccioli neri

sfiorare la pelle

ancora senza macchie

DEL MIO SENO.

Portami dove più ruggisce

il mare e dove i remi restano

infine

in un notturno e pacificato silenzio

di sabbie chiare.

Torino Notte 24 maggio 2011

Perché durante

un’afosa notte di maggio

folletti ed elfi se ne stanno

rintanati negli angoli bui

della mia casa?

Correte venite tutti a me

e portatemi un sonno benigno

ché io possa almeno sognare

un torrente cristallino che scende

fra massi bianchi e pietre

levigate su cui posino

robinie e salici piangenti.

Che io possa sognare una natura

piena di luci e di colori.

Ma ora è quasi I’alba

e si dissolvono i pensieri della notte

e guardando fuori alla finestra

alti alberi verdi

si affacciano a me.

Domenica 7 febbraio

Che ne pensi

amica mia di un

cielo nevoso che va

verso la quiete della sera?

In questo cielo non ci sono più corvi

e non ancora rondini

ma un filo di vento che

già prende la nostra fantasia.

E marzo è così

capriccioso festante

un po’ freddo

litigioso e pazzo

coi verdi tremuli

che aspettano i tepori del primo sole.

Ma prima di cingerci con

corone di alloro

è meglio aspettare

il canto del pettirosso

appoggiato sul palmo della mano

prima che voli via da me.

 

8 marzo 2011

 

Cullami in quella noce

di midollino

da cui pendevano veli bianchi

a ripararmi dall’indiscreto sole

del mattino.

Cullami come l’onda del mare

che sa carezzare la sabbia fine.

Cullami perché non veda più

il male nella mia vita

o i profondi deserti della mia mente.

Culla o dio Vulcano

culla me

sdraiata sulle tue sabbie nere

perché non v’è posto al mondo

in cui non si possa cullare me.

Capo Noli, 4 maggio 2011

Questo zaffiro di mare mi sposa la mente con gli occhi

e pare sangue blu fresco che mi

scende al cuore e naufrago è lui

è lui dentro di me.

Ah se fosse di mare il mio mantello

il mio cappello il mio stivale

versi celesti direi

che salirebbero al cielo

con caratteri blu magari

trainati da un aereo un poco più su.

Potrei scrivere in un momento qui

ciò che le stelle dicono

in una notte senza vento.

Potrei scrivere ancora qui i versi tuoi

di allora perché li so

ma non li scrivo ora

 

9 aprile 2011

 

Mancò quel bacio

che ci avrebbe resi adulti

forti e calmi.

Mancò quell’orma sulla sabbia

su cui posare la mia.

Mancò quel quarto

di luna che ci avrebbe resi

migliori.

Mancò quel parapetto tiepido di sole

che nel sogno ci avrebbe

lasciato guardare il cielo.

Mancammo entrambi uno

all’altra lasciandoci

sgomenti nel silenzio

della vita.

 

 

9 aprile 2011

Già i fiori

sbocciano

sui verdi ippocastani

e ormai il verde è un colore trasversale

dalle piazze ai corsi

dalla collina alle aiuole.

Sornione aprile che con folate di vento

si nasconde in una siepe

di bosso in due vecchie

locomotive esposte e colorate

come volesse scoperchiare

le prigioni vicine e tutte quelle del mondo.

È una brezza che in un attimo

ti scompiglia i capelli

e ti fa alzare il viso al cielo.

E l’aria nuova s’insinua nel respiro

rende agile il passo

e ispira nuove rime ai poeti.

 

17 febbraio 2011

 

Fasci di luce rossa

e verde sciabolano

nella notte nera

come se a terra

fosse polvere da sparo

e sopra la nostra bandiera.

Se non esiste un dio

da abbracciare la sera

resto con le dita grigie

a disegnare la mia vita vera.

Ma amo Matisse e

i suoi rossi colori

i suoi trepidi gialli

che colorano donne

che colorano fiori.

 

Domenica 13 febbraio 2011

Torino città

della mia gioventù

camminavo a passo svelto

per le piazze ed i viali

con i primi collant e

le gonne più su.

Camminavo e sapevo

che mi aspettavi laggiù

tra quel ponte e la chiesa

per vederci io e te ;

ed il sole al tramonto

incendiava le vie le case

e i caffè.

Sentimenti leggeri

mi agitavano il cuore

non sapevo cos’era ma forse era amore.

Voglio solo che tu

ricordi che ti chiamavo

ma mi tremava la voce

mi tremava la voce.

 

Sabato 28 maggio 2011

Portami ti prego

nella grotta dove

tu sai che le gocce

dell’ultimo sole

riflettono luccichii d’onde.

Portami dove mi potrai

sdraiare su un pietrisco

levigato e umido

e mi potrai baciare

con labbra di acqua e sale.

E lì staremo finché vorremo

finché potremo finché

potrò vedere i tuoi riccioli neri

sfiorare la pelle

ancora senza macchie

DEL MIO SENO.

Portami dove più ruggisce

il mare e dove i remi restano

infine

in un notturno e pacificato silenzio

di sabbie chiare.

Torino Notte 24 maggio 2011

Perché durante

un’afosa notte di maggio

folletti ed elfi se ne stanno

rintanati negli angoli bui

della mia casa?

Correte venite tutti a me

e portatemi un sonno benigno

ché io possa almeno sognare

un torrente cristallino che scende

fra massi bianchi e pietre

levigate su cui posino

robinie e salici piangenti.

Che io possa sognare una natura

piena di luci e di colori.

Ma ora è quasi I’alba

e si dissolvono i pensieri della notte

e guardando fuori alla finestra

alti alberi verdi

si affacciano a me.

Domenica 7 febbraio

Che ne pensi

amica mia di un

cielo nevoso che va

verso la quiete della sera?

In questo cielo non ci sono più corvi

e non ancora rondini

ma un filo di vento che

già prende la nostra fantasia.

E marzo è così

capriccioso festante

un po’ freddo

litigioso e pazzo

coi verdi tremuli

che aspettano i tepori del primo sole.

Ma prima di cingerci con

corone di alloro

è meglio aspettare

il canto del pettirosso

appoggiato sul palmo della mano

prima che voli via da me.

 

8 marzo 2011

 

Cullami in quella noce

di midollino

da cui pendevano veli bianchi

a ripararmi dall’indiscreto sole

del mattino.

Cullami come l’onda del mare

che sa carezzare la sabbia fine.

Cullami perché non veda più

il male nella mia vita

o i profondi deserti della mia mente.

Culla o dio Vulcano

culla me

sdraiata sulle tue sabbie nere

perché non v’è posto al mondo

in cui non si possa cullare me.