FORUM AFRICANE/ ITALIANE “2020”
Report incontro di sabato 8 febbraio 2020 nella sede “Cuqù” in via Saluzzo 30, Torino h. 14 / 16,30
Presenti alla riunione :
Clara, Vanessa, Silvia – Almamater //Marie Jeanne, Marie Paule, Delphine – Collettivo donne africane// Silvana, Adriana, Donatella, Daniela Salvini – ass. Donne per la Difesa della Società Civile // Anita ,Lucia, Roberta – Spazio Donne- Cascina Roccafranca// Roberta Boero– Gruppo Abele //Zaina Ennaciri– Studentessa del Marocco a Torino
Ordine del giorno:
Programmare un calendario organizzativo dei prossimi incontri.. Individuare progetti e riflessioni per il prossimo Forum che dovrà essere a carattere nazionale e internazionale.
Anita evidenzia la necessità di creare un Gruppo (“Collettivo” o Associazione) che riunisca tutte le figure presenti negli incontri di lavoro per il Forum, per poter avere un riconoscimento da parte delle Istituzioni per progetti, contributi, interpellanze.E’importante fare al più presto un calendario degli incontri dove poter raccogliere proposte,favorire scambi inter-etnici, avere un quadro d’insieme che vada oltre le nostre realtà.
M.Jeanne chiarisce che le Donne Africane,nel mese di gennaio,si sono riunite in un Collettivo,che è stato registrato presso il Vol.TO . Questo Collettivo è nato per far emergere le criticità e i bisogni delle donne emigrate individuando poi soluzioni e percorsi di collaborazione.
Una delle esigenze più pressanti è quella del riconoscimento del titolo di studio acquisito nel Paese di origine al fine di poter accedere a lavori corrispondenti alle proprie competenze. Da sempre si evidenzia che i lavori riservati alle donne migranti sono lavori umili (colf e badanti) oal massimo ruoli di mediatrici culturali. Spesso manca la padronanza della lingua italiana perchélimitata alla semplice quotidianità; purtroppo questo è uno degli scogli più frequenti per chi cerca lavoro.Le donne emigrate devono prendere consapevolezza delle proprie capacità, darsi degli obiettivi, aspirare a ruoli più gratificanti
Tutti concordano che un “gruppo allargato” che comprenda più associazioni,sia italiane che africane,potrà dare la forza e l’autorevolezza per premere sulle Istituzioni locali e nazionali, per ottenere il riconoscimento di quei diritti che permetterebbero alle donne straniere una vera interazione.
Vanessa ricorda il progetto di Almamater che ha realizzato delle borse di studio per le ragazze rifugiate e richiedenti asilo. Almamater ritiene importante far conoscere il loro Progetto per favorire la conoscenza e l’interscambio fra le persone; per questo il 29 febbraio alle ore 15 presso la loro associazione è stato predisposto un incontro aperto.
Silvana illustra nuovamente il progetto “Trenta, trenta, trenta” dell’Ass. Donne per la difesa della società civile. Il primo incontro metterà a confronto due donne, una italiana e una africana che partendo dalle proprie esperienze racconteranno gli eventi accaduti nel proprio Paese dal 1930 al 1959. Negli incontri successiviil focus verterà sul trentennio 1960/1989, ed infine dal 1990 ai giorni nostri.
Roberta Boero riprende il discorso delle cene di autofinanziamento e conferma quella del 22 febbraio alle 18,30 , presso la loro sede. La cena sarà preceduta dal filmato diRoberta Dho realizzato per il G. Abele all’interno del progetto “Friend Voice” e che oltre a proporre i momenti salienti del Forum 2019, raccoglie anche interviste ad alcune donnepartecipanti(italiane e migranti) .
Roberta illustra anche il progetto di alfabetizzazione “Petrarca” volto a far acquisire la licenza media agli adulti non scolarizzati. Ricorda la difficoltà a far relazionare tra loro persone di culture differenti e poco disponibili ad adeguarsi a regole nuove, lontane dalla loro quotidianità ma soprattutto ad accettare imposizioni dall’esterno. Il progetto per questo pone l’accento sulla quotidianità, simulando momenti di vita quotidiana in negozi, in farmacia, presso uffici pubblici, dal medico ecc..
Paul forte della sua esperienza personale ribadisce che nei contratti di lavoro dovrebbero essere previsti dei permessi per corsi di lingua italiana; anche gli imprenditori ne avrebbero un vantaggio perché la conoscenza della lingua permetterebbe una maggiore abilità e competenza.
Jeanne ribadisce che l’accoglienza ora è strutturata in un’ottica prettamente italiana, lascia poco spazio all’autonomia delle persone e induce alla passività e all’indolenza.Le persone si adagiano e non cercano di migliorare la propria vita;a tale proposito Dufine parla di una realtà dove alcune donne continuano a sfornare figli come fossero in competizione tra loro senza avere un’idea delle criticità di una maternità consapevole.
Anita ripropone con forza l’obiettivo di un Gruppo allargato, formalmente costituito per avere un maggior pesopolitico che porti a cambiamenti legislativi importanti ed una effettiva interazione. Auspica pertanto che all’interno del gruppo ci sia un costante scambio di idee che aiuti a crescere e porti ad un proficuo confronto.
M.Jeanne presenta una giovane studentessa del MaroccoZaina Ennacirimomentaneamente a Torino per uno studio sulle problematiche delle donne immigratecon particolare riferimento alle discriminazioni sociali, religiose ed etniche.Zaina ricorda che in Marocco è in vigore un nuovo diritto di famiglia, molto avanzato per il Magreb; purtroppo le comunità marocchine all’estero non l’hanno ancora recepito.
Molte sono ancora difficoltà a relazionarci con le associazioni di donne magrebine, rileva M.Jeanne, ma non bisogna temere il confronto fra le varie comunità perché è il confronto che permette di crescere, di superare le difficoltà e far nascere nuovi progetti, anche molto ambiziosi.
Silvana chiude l’incontro sintetizzando così le varie proposte:
– favorire l’educazione alla cittadinanza attraverso stimoli culturali e l’istruzione, coinvolgendo l’IRES e il CSA
– trovare forza e nuove idee per un miglioramento costruttivo delle donne migranti attraverso l’associazionismo femminile.
Verbale di Adriana