Ciclo di incontri sulla salute – 3

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2015-03-25 10:54 - 2015-03-25 10:54
Sede Donne Società Civile
Address: Via Morgari 14
L’emergenza esaminata anche alla luce dei cambiamenti prodotti dalla crisi economica, dalla migrazione, dalla marginalità, da deformazioni culturali che hanno provocato eccesso di domanda, esclusione dalle prestazioni di ampi strati sociali che si rivolgono impropriamente ai servizi di emergenza, medicina difensiva da parte dei medici.
  • Interviene Marco Garrone
  • Antonio Saitta Assessore alla Sanità della Regione Piemonte chiuderà il ciclo di incontri.

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Verbale dell'incontro (Piera Riffero) Il dr. Garrone ha illustrato il suo percorso, dal 118 fino alla responsabilità del Pronto di Rivoli, senza nascondere i molti problemi della sanità: All’l’Uuniversità, per la laurea in medicina si poteva scegliere tra138 esami complementari, senza che ci fosse un corso di emergenza medica! Dal 2000 anche in Italia è inserita l’emergenza medica, 40 anni dopo gli Usa; nel 2014 i primi 3 specializzati. Manca anche una conoscenza di base: le scuole all’estero insegnano manovre per soccorrere un infartuato, si sa che si deve rianimare prima di arrivare in ospedale. La ragione della scarsa attenzione al settore emergenze forse è dovuto al fatto che “emergenze” non interessa in quanto non arricchisce come altre specialità che si possono fare anche privatamente! Rivoli, come altri ospedali, ha medici senza formazione specifica in emergenze e a volte il paziente viene palleggiato fra medici di altre specialità. Difficile esperienza nelle Società italiane di medicina d’urgenza: o sei dentro o sei fuori! All Pronto soccorso c’è un eccesso di domanda, e i pazienti non scorrono verso i reparti. Perso socialmente il senso dell’urgenza: esempio il costante ricovero per il paziente in imminente fine vita. Medici di base non assistono e non fanno neppure una morfina a casa, non assistono la famiglia in caso di morte. Gli ospedali piccoli non curano. Pochi pazienti, es. Avigliana. Anche i punti nascita minori debbono essere chiusi, ad es. Susa ha 120 parti annui. Contestualmente alla chiusura dei piccoli ospedali è necessaria una rete efficiente di trasporti. Ad es., Molinette e S.Luigi non hanno una pista per far atterrare un elicottero.” Dr. Antonio Saitta Ascoltato parte dell’intervento di Garrone e condiviso e apprezzato le argomentazioni. Ribadito che il medico di famiglia deve tornare al ruolo sociale e frenare le insistenti richieste per far esami superflui perché segnalati dalla TV o sugli inserti di quotidiani e riviste. 38 sono gli ospedali in Piemonte con tanti primariati a bassa attività, quindi con rischio salute, bisognerà ridurre 250 primariati, es. Maxillo facciale ad Asti non è indispensabile. Bisognerà ridurre strutture complesse, anche universitarie alle Molinette. Il costo di una degenza giornaliera varia fra 600 e 2.200 euro, necessario incrementare l’assistenza territoriale e la diagnostica domiciliare. Ma l’assistenza territoriale deve diventare autorevole come il Pronto. Il medico di famiglia deve coprire le 24 ore con l’aiuto del medico di guardia per la notte. Ricorda a questo proposito gli esempi virtuosi di Pino, Arona e Ghemme e dice che si possono realizzare anche a Torino. No ai primari a vita, ma valutazione dei risultati effettivi. Conti in rosso in Piemonte, da luglio appalti unificati. Domande: *Insufficienti le autoambulanze fuori città. Dr. Garrone ritiene congruo il numero ma spesso sono utilizzate per trasporto per esami o false urgenze, inoltre il paziente si rivolge al 118 e non alla Guardia medica per i casi non gravi. Dr. Saitta precisa che spera di creare posti per atterraggio elicotteri in montagna. *Come risolvere la corruzione nella sanità e relativo costo. Dr. Saitta risponde che una prima risposta arriverà dagli appalti unificati e maggiori controlli. *Valdese – molte domande sul futuro della struttura. E’ stato un errore chiudere il Valdese prima di aver potenziato la “Breast Unit” del S.Anna , ora il reparto permette di assorbire la domanda delle pazienti ed è stata adottata la positiva esperienza acquisita al Valdese. Il Valdese diventerà una Casa della salute, cioè una unità complessa di cure primarie, con specialisti e guardia medica. Questo permetterà di alleggerire il Pronto soccorso (vedere articolo su “La Stampa” del 21/5 pag. 41). Il Dr. Saitta ha ricordato che per diminuire la spesa sanitaria è necessario anche un piano di prevenzione, es. per l’anoressia e molte altre patologie.