2025 -30 /09 Verbale “Primo incontro sulla condizione del carcere oggi.”

Verbale n. 24 del 30/9/2025
Primo incontro sulla condizione del carcere oggi.
Angela apre l’incontro informando che è stato organizzato dalla nostra Associazione. Presenta i tre cicli che sono dedicati a Luisa Silvestrini,che era nostra socia ed era stata Giudice Onorario. Presenta poi gli ospiti: Elena Lombardi Vallauri,Direttrice del carcere Lorusso e Cotugno. Paolo Tazio,Dirigente Scolastico. Davide Mosso,Avv.Osservatorio carcere UCPI
Apre l’incontro la Direttrice che premette che carcere e società civile devono essere collegati, è buon segno che ci sia interesse per il carcere. Spesso le notizie che vengono date sono distanti dalla realtà complessiva. È Direttrice del carcere di Torino da due anni,è una Casa Circondariale che detiene persone in attesa di giudizio o con condanne non superiori a cinque anni.
I detenuti sono 1450 mentre i posti sarebbero 1200,per cui c’è una compressione.
Aggiunge che ci si aspetta che il carcere sia una soluzione,è in realtà solo un aspetto del percorso richiesto a chi deve cambiare rotta. Gli obiettivi sono anche risorse: ● Sicurezza,per chi è detenuto e per chi ci lavora. Per una convivenza più facile. ● Conoscenza dei detenuti attraverso l’analisi delle cause che li hanno portati in carcere. ● E facilitare un percorso di reinserimento. ● Luoghi per le attività.Ad esempio manca lo spazio per l’attività teatrale. ● Denaro per risolvere le varie problematiche e per la cura della struttura che non è in buono stato. Ci sono tanti interlocutori esterni generosi verso il carcere.
La Polizia Penitenziaria si occupa dell’intero meccanismo. Passa molto tempo coi detenuti e partecipa alla loro conoscenza.
● Educatori: hanno il compito di approfondire la conoscenza dei detenuti. Stendono relazioni utili per decidere i loro percorsi di reinserimento. ● Lavoro in carcere: la gran parte è lavoro domestico pagato ( pulizia,pasti ecc.) ● C’è difficoltà a portare lavoro all’interno,si sta lavorando per coinvolgere l’imprenditoria. ● Operatori sanitari: c’è un Centro Clinico con specialisti, un reparto di Assistenza Psichiatrica. ● Si lavora in équipe. E’una ricchezza,ma c’è un aspetto che complica.Vengono inviati molti detenuti con problemi psichiatrici. ● Iniziative culturali: ci sono molte iniziative.Ad esempio il Teatro Regio ha portato l’Opera.
Obiettivi attuali: Lavorare sull’utilizzo delle risorse,capire meglio i bisogni e dirigere là le attività. Migliorare il servizio di accoglienza per chi entra in Istituto, evitare code e lunghe attese. La Direttrice sarà affiancata da quattro dirigenti.
Paolo Tazio ,Dirigente Scolastico interviene lodando il grande lavoro della Direttrice, dirige uno degli Istituti più complessi per numeri e situazione. Per quanto riguarda la scuola cita l’articolo 34 della Costituzione che parla di una scuola aperta a tutti, e si chiede se sia veramente garantito questo diritto. Parla dei CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), sono eredi dei corsi 150 ore. In Italia sono 130. A Torino 5. Tre Istituti Superiori fanno scuola in carcere a Torino: Giulio, Liceo Artistico, Plana. Quattro insegnanti per l’alfabetizzazione degli stranieri, undici fanno corsi per la licenza media. Quasi 1000 persone sono passate al CPIA,ma ci sono stati solo 38 diplomi. Questo perché le presenze in carcere hanno un ricambio costante e non tutti finiscono i percorsi.
Inoltre non è facile fare istruzione in carcere,gli spazi non sono adeguati, c’è il problema di movimentare le persone,dei tempi in cui fare istruzione. Cita alcuni corsi e iniziative: corsi di lingua,informatica e scienze motorie, tornei di calcio e pallavolo, scrittori che vengono in carcere, podcast. Nel 2019 c’è stata per la prima volta una sessione di esami Cambridge in un Istituto Penitenziario. La formazione professionale è un aspetto importante dell’offerta formativa,ci sono diversi corsi. Conclude dicendo che spesso il carcere è frutto di insuccessi scolastici,e che non deve essere usato così tanto come mezzo di rieducazione.
Avv. Davide Mosso,dell’Osservatorio Carcere. Inizia dicendo che il problema del carcere è una scommessa culturale in Italia. La cultura dominante è quella del ” Buttiamo via la chiave”. Cita i costi del sistema carcerario: l’Amministrazione Penitenziaria costa 3.600.000 euro l’anno. Poiché sette su dieci sono recidivi e il loro costo è di 2.500.000 euro,se diminuissero i recidivi ci Sarebbero soldi per la società civile. Tossici, stranieri, malati di mente sono in carcere. C’è una legge,la 354/1975 che dice che chi entra in carcere ha caratteristiche e condizioni specifiche e che il trattamento deve svolgersi sulla base di queste caratteristiche. Viene citato il Carcere di Stammheim a Stoccarda. Parla di quelle che vengono chiamate “Camere di Pernottamento”,le celle,alcune delle quali sono arredate come le camere degli Hotel più lussuosi.Sono per i ricchi. Il resto è un disastro.
Cita Voltaire.” il grado di civiltà di un paese si misura osservando la condizione delle sue carceri.” In Italia ci sono 989 carceri. E il grande grado di inciviltà dell’Italia è la cultura del carcere come punizione e sofferenza (i carcerati devono essere puniti e basta.Devono soffrire). La sofferenza è la limitazione della libertà e basta. A chi ha rotto il patto sociale devono essere garantiti i diritti stabiliti dalla legge. I tossicodipendenti dovrebbero stare in un posto idoneo per il recupero. La Direttrice replica che gli Amministratori sono consapevoli dei diritti fondamentali. Difende chi opera, NONOSTANTE.
Domande del pubblico. Descrizione di una giornata tipo dei detenuti. 7.30-8 i carrelli distribuiscono la colazione. Il regolamento vorrebbe dei refettori che non ci sono. Poi attività varie. 11.30-12 pranzo in stanza. Spesso i detenuti si cucinano in stanza. Attività fino alle 15-16. rientro in stanza. Poi cena. Se c’è possibilità di spazi, socialità in comune.
Regolamenti delle visite dei famigliari.Sono cambiati? Ci voleva la firma di due giudici per entrare.E ora? L’autorizzazione è ancora necessaria.Si è cercato di ottimizzare i colloqui con le prenotazioni.
Situazione della Polizia Penitenziaria.
Amnesty ha fatto formazione e ha rilevato la poca attenzione per i detenuti. Alcuni si sentivano più vittime dei carcerati. Chiedono più attenzione. Negli ultimi anni si è fatta una formazione più specifica, è stata introdotta un’assistenza psicologica per la Polizia Penitenziaria.
E’ presente Pietro Buffa che è stato Direttore del carcere. Gli viene chiesto se la situazione sia cambiata. E se con le nuove leggi ci sarà un aumento di persone che entreranno in carcere. Buffa risponde che sono quintuplicate le persone sottoposte a misura penale e che la questione carceraria è una questione sociale. Infatti ormai una parte della società non è più “occupabile”, c’è il problema degli”esuberi”. Il carcere oggi gestisce gli esuberi. E oggi non si parla più di prevenzione. Non c’è niente da prevenire perchè non esiste luogo dove reinserire.
Non c’è stato spazio per altre domande perchè il tempo era scaduto.